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NOME E LOGO DI DU DEMON DOG |
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Il nome, all’apparenza complesso, deriva dalla fusione tra i cognomi dei due titolari dell’allevamento, ovvero De Bonis e Montaldo che, uniti, danno origine proprio alla combinazione “Du DeMon Dog”. |
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IL PEDIGREE |
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Il “pedigree” non è un fattore di snobbismo ma un attestato in base a cui il cane corrisponde a precisi requisiti fisici e caratteriali. |
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COMPORTAMENTO DEL PINSCHER |
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Il pinscher è un cane che ama sentirsi uno di noi e partecipare con tutta la famiglia ai vari momenti della giornata. Ci osserva mentre prepariamo il pranzo, la cena, ci accompagna volentieri quando usciamo e adora stare con noi sul divano. Insomma non vuole mai sentirsi escluso, è a tutti gli effetti un animale da compagnia, attenzione però a non esagerare nel proteggerlo per evitare il rischio che, vezzeggiato e coccolato tutto il giorno, si senta padrone indiscusso della casa. Con i bambini è un compagno ideale essendo un cane curioso, docile, possessivo e vivace ma non è disposto ad accettare dispetti e angherie quindi il bambino dovrà capire che non si tratta di un giocattolo ma di un essere vivente e quindi va trattato con amore e rispetto. Anche con gli anziani non è da meno: l’allegria, l’affetto e le piccole dimensioni lo rendono un cane ideale per chi non è più giovanissimo. Un comportamento anomalo è quando il cucciolo rosicchia un oggetto della casa o un indumento, questo tipo di comportamento può essere dovuto alla dentizione ma spesso è il sintomo di una tensione, come sentirsi poco amato, ma solo tollerato. L’animale in questo caso sfoga la sua tristezza. La soluzione a questo problema la possiamo trovare unicamente modificando il nostro atteggiamento nei suoi confronti dedicandogli più tempo e giocando con lui così da farlo sentire nuovamente parte della nostra famiglia. Anche un cane adulto particolarmente viziato può comportarsi così e anche in questo caso il suo comportamento è un modo per sfogare la sua nevrosi, dovuta a un’errata posizione nella scala gerarchica del gruppo in cui vive. |
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I CONSIGLI DI ANDREA SULLA SCELTA DEL SESSO |
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Una delle domande che mi fanno molto spesso è proprio se nel scegliere un cane, è meglio optare per una femminuccia o per un maschietto, anche qua ognuno ha sempre la sua filosofia e la sua idea, per come la penso io bisogna analizzare i pro e i contro in relazione alla propria persona e alle proprie esigenze, come nella scelta di una razza non bisogna farsi ammaliare solo dall’occhio, ma chiedersi sempre se le caratteristiche caratteriali e comportamentali di un cane sono in linea alle nostre esigenze e soprattutto a quello che noi possiamo davvero dare e fare per il nostro futuro “amichetto canino”. Partendo dal presupposto che sono convinto che un cane “non lo fa” il sesso, ma il padrone, l’educazione che riceve e l’ambiente in cui vive (proprio come per le persone) e sfatando il mito (personalmente per me non vero e non riscontrato) che tutte le femmine siano più dolci dei maschi (sarebbe come dire che negli umani tutte le donne sono dolci, buone e comprensibili, mentre gli uomini tutti burberi e impegnati a fare gli uomini, cosa che non mi sembra) sono arrivato a pensare che la scelta migliore è valutare le diversità che un sesso o l’altro può comportare e valutare personalmente quali sono per noi punti a favore o meno. Tanti prediligono le femminucce per il fatto, che facendo pipi quasi tutta in un posto e facendola da sedute, è possibile insegnare loro all’occorrenza a fare i bisogni in casa (chiaramente indicando loro il luogo e utilizzando gli opportuni accorgimenti), mentre i maschietti notoriamente devono “segnare il territorio” e oltre ad alzare la gambetta non tendono mai a farla tutta in un luogo ma appunto marcare qua e la come il loro istinto li porta a fare. Detto questo secondo me tale vantaggio viene meno quando parliamo di alcune razze, dove la norma è portarli fuori almeno 3/4 volte al giorno (ricordo che è sempre meglio che una o due di queste uscite siano possibilmente delle belle passeggiate e non il giretto sotto casa per espletare la pratica e basta), se tanto usciamo queste volte o meglio ancora passiamo tanto tempo con il nostro cane portandolo fuori spesso, che bisogno abbiamo che questo impari a fare i suoi bisogni “anche in casa?!? Comprendo comunque che potrebbe essere un piccolo vantaggio in occasioni di “emergenza” ma ricordo che educando anche un maschietto è in grado di imparare la stessa cosa, anche se con più difficoltà. Allo stesso tempo c’è da considerare che le femminucce vanno in calore, quindi le strade sono due: la prima sterilizzare la cagnolina (ricordo che si suggerisce di sterilizzare le cagnoline presto, prima o successivamente al primo calore, perché si è visto che in questo caso si riduce il numero di probabilità di eventuali formazioni tumorali) , la seconda non farlo e vivere il calore e quello che ne comporta (ricordo che in questi casi viene sempre suggerito di far fare una cucciolata nei primi anni di vita alla cagnolina perché si è visto statisticamente che si riduce il numero di probabilità di eventuali formazioni tumorale all’utero e alle mammelle). Socialmente si deve tenere conto che quando si parla di cani “interi”, vale a dire non sterilizzati e non castrati, le socializzazioni sono sicuramente più difficili tra maschio e maschio che non tra femmina e femmina, ma qua dobbiamo considerare il carattere e l’educazione che comunque contraddistingue il comportamento del cane. Questi gli aspetti salienti a mio avviso, di cui si potrebbe discutere a lungo quello che traspare è proprio che possono essere visti da diverse angolazioni e sono certo che quello che è contro per uno non sia necessariamente un contro per un altro e viceversa, avendo magari esigenze o idee completamente diverse (come diceva mia la mia bella nonna, ognuno piange i suoi mali con i suoi occhi, quello che è brutto per uno può essere bello per un altro). Quindi a mio avviso non c’è un meglio assoluto ma un meglio per noi. |
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UNA VIGNETTA PER CONOSCERE MEGLIO IL GIOCO DEI CANI |
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